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PRESIDIO DI NON UNA DI MENO A 10 ANNI DALLA CONVENZIONE DI ISTANBUL – Radio Onda d`Urto

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Il nodo bresciano della rete transfemminista globale Non una di meno ha organizzato un presidio in occasione del decimo anniversario della “Convenzione di Istanbul”, ovvero la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, un trattato internazionale contro la violenza sulle donne e la violenza domestica approvato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 e aperta alla firma l’11 maggio 2011 a Istanbul. L’iniziativa è convocata per sabato 8 maggio 2021, alle ore 17 in piazzetta Bell’Italia, ribattezzata Piazzetta Non una di meno, in centro a Brescia. Una manifestazione statica per dire che non soltanto la Turchia dell’islamista Erdogan è uscita dalla convenzione per ribadire la cultura violenta e patriarcale del governo di Ankara, in generale la convenzione è disattesa dalla maggior parte dei governi dei paesi che l’hanno firmata… Italia compresa.

Ha presentato l’iniziativa ai nostri microfoni Beppe, di Non una di meno Brescia. Ascolta o scarica.

Di seguito il comunicato di Non una di meno Brescia:

10 ANNI DI CONVENZIONE DI ISTANBUL

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a prese di posizioni preoccupanti da parte di alcuni governi europei nei confronti della Convenzione di Istanbul, un trattato internazionale varato nel 2011 ed entrato in vigore nel 2014 per contrastare e prevenire la violenza sulle donne e la violenza domestica.

Inizialmente è stato firmato da 45 paesi membri del Consiglio d’Europa includendo anche paesi extracomunitari come Russia e Turchia, ma è solo attraverso il processo di ratifica che un Paese si assume il dovere e l’obbligo di adeguare il proprio ordinamento giuridico per prevenire la violenza di genere, tutelare le vittime e punire chi la agisce.

Attualmente sono solo 34 i Paesi che l’hanno ratificata (l’Italia l’ha fatto nel 2013). Il 20 marzo scorso la Turchia ha sancito il suo ritiro dalla Convenzione. Nello stesso periodo la Polonia ha discusso in parlamento un progetto di legge intitolato “sì alla famiglia, no al gender”. Nel 2020, Bulgaria, Ungheria, Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia, si sono unite alla stessa volontà della Polonia di voler proporre un trattato internazionale alternativo che difenda i diritti della famiglia e i valori tradizionali.

Dalla sua entrata in vigore, la Convenzione di Istanbul continua a subire minacce da parte di governi conservatori-autoritari, spesso guidati da partiti di estrema destra e sempre più in connessione con organizzazioni religiose, antiabortiste e omotransfobiche che si schierano contro i diritti civili delle donne e delle persone LGBTQIA+ per difendere un presunto ordine naturale dettato dai valori della famiglia tradizionale, patriarcale.

Si oppongono al divorzio, all’accesso ai contraccettivi, all’aborto, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, limitano le ratifiche alla Convenzione di Istanbul e tentato di proporre trattati sostitutivi con l’obiettivo di preservare l’istituzione della famiglia e i valori tradizionali che alimentano la violenza di genere e la cultura patriarcale.

Se da una parte si palesa fortemente un sentimento e un agire politico contrario al contrasto della violenza di genere, dall’altra vediamo governi impegnati solo formalmente per prevenirla, senza un piano concreto che preveda finanziamenti e interventi educativi per arginare la violenza sulle donne, la violenza domestica, le discriminazioni di genere.

Solo in Italia, dall’inizio del 2021, sono quasi 30 le donne vittime di femminicidio e non c’è settimana in cui non si apprenda la notizia di altre molestie, stupri o violenze agite sulle donne o sulle soggettività non eteronormate.L’8 maggio vogliamo incontrarci in Piazzetta Non una di meno (Piazzetta Bell’Italia) dalle 17.00 insieme a numerose ospiti per aprire un confronto sulle politiche sociali messe in campo per contrastare la violenza di genere, per conoscere e approfondire la Convenzione di Istanbul e per pretendere una sua reale applicazione da parte delle istituzioni.

Presidieremo Piazzetta Non una di meno senza dimenticare le donne uccise dalla mentalità machista e tutte le vittime di violenza patriarcale sopravvissute.

Alla cultura patriarcale risponderemo con la sorellanza e la lotta transfemminista!

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